Fulvia, figlia di Massimo patrizio romano, amante e promessa sposa di
Autori :
Anonimo (comp.) P. Metastasio (lib.)
Data e Luogo :
carn. 1743 - Brescia
Testo :
Parmi già che s'appressi il mio bene e mi dica: dilegua il martire. Ma qual gelo mi serpe in le vene! Ah sì questo è un presagio funesto che più pace il mio cuor non avrà.
Se confusa, smarita, agitata, disperata non trovo riposo chi pietoso la morte mi dà?
Note: :
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Relazione :
varianti locali
soppresso il v. 4 Parmi già che s'appressi il mio bene
Jommelli N. (comp.), Zeno A. (lib.) in:
Eumene [1a ver.] - Bologna, 05/05/1742