Che legge spietata! che sorte crudele! d'un'alma piagata, d'un core fedele. Languire, soffrire, tacere e penar, ma pure non voglio morire tacendo.
L'insano tuo orgoglio spergiura già intendo né posso il furore del core frenar.
Note: :
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Relazione :
varianti estensive
testo diverso dal v. 7 alla fine Che legge spietata! / che sorte crudele!
Vinci L. (comp.), Metastasio P. (lib.) in:
Catone in Utica - Roma, 19/01/1728